mercoledì 27 aprile 2011

Niente di nuovo sotto il cilindro!


Rubrica curata da Marco Deserventi


Un’intervista al figlio di Bartolomeo Bosco.

Chiunque abbia frequentato l’ambiente dei prestigiatori almeno per qualche anno, sa bene che alcuni di loro tendono ad enfatizzare anche troppo i loro successi. Fa parte dello Show Business, oltre che della natura umana.
Ma, a parte i molti che desiderano accrescere unicamente il proprio ego,  c’è e c’è sempre stato qualche Artista che ha saputo farne un’arte e creare intorno a sè un’aura realmente magica, giocando con le credenze e con la carta stampata a suo piacimento.
Ad esempio Houdini, il cui nome e la cui fama fanno ormai parte dell’immaginario collettivo, oppure Copperfield, divenuto famoso per la sparizione della Statua della Libertà. Ma anche molti altri in ogni epoca e in molte parti del mondo.
A questo proposito ho scovato su un numero de “Il Prestigiatore Moderno” del 1893 un’intervista di tale Emilio Blitz al figlio del celeberrimo e italianissimo Bartolomeo Bosco, che testimonia la capacità da parte del padre di saper alimentare le leggende più disparate sul suo personaggio.
Eccovi l’articolo. Buona lettura e... buona riflessione.


Il gran giuoco di Bosco.
Io ho un vecchio zio che ogni qualvolta assiste ad una mia serata, o prima o dopo mi infligge il racconto del gran giuoco degli orologi fatto da Bosco e da lui stesso veduto.
A proposito di questo esperimento da tutto il mondo conosciuto e da nessuno in realtà veduto, ultimamente mi venne l'idea d'intervistare il figlio di B. Bosco, ed eccovi trascritto il dialogo avvenuto fra me ed Eugenio Bosco.
- Avete mai visto vostro padre eseguire il giuoco di far segnare a tutti gli orologi la stessa ora ?
- Figuratevi! Ero io che gli preparavo tutti i giuochi.
- Ma l'esperimento è veramente come tutti lo raccontano?
- Ma che... Mio padre possedeva tre vecchi orologi d'ottone i quali avevano un meccanismo nella calotta, per cui mediante una pressione del dito segnavano l'ora desiderata. Egli consegnava gli orologi a tre compari i quali in platea s'incaricavano di fare il giuochetto a viva voce, facendosi attorniare dal solito nucleo di credenzoni.
- Ma come va che viene raccontato da tutti in modo sì differente?
- Si è che i nostri vecchi pretendono di aver visto più dei giovani, e poi avviene come nella storia del delitto d'Arlecchino.
Anzi siccome siamo nell'argomento voglio raccontarvi un aneddoto successomi alla Corte di Prussia, quando ne era re Guglielmo.
  Finita la rappresentazione, il futuro imperatore di Germania, si avvicinò al mio tavolo per complimentarmi e meglio vedere i miei preparati
Appena mi fu vicino mi feci consegnare il suo orologio, e mediante il meccanismo nascosto nella manica, giuoco da tutti conosciuto, feci suonare l'orologio, come se fosse una vera ripetizione.
Tralascio gli elogi e gli applausi fatti, per solo raccontarvi che il giorno dopo tutti i giornali di Berlino narravano l'aneddoto, colla semplice differenza però ch’io aveva fatto diventare a ripetizione tutti gli orologi della reggia, cominciando da quello della torre andando a finire a quello dell’ultimo lacchè.
- Del resto mi pare che basti !
Emilio Blitz

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