F A B I A N
Aldo Colombini
Pensare ad Aldo è pensare ad un’epoca
che non c’è più. Quando non c’era ne’ internet ne’ cellulare, dove ci si
incontrava o ci si scriveva e dove se volevi un’informazione te la dovevi
sudare.
Aldo aveva numerose doti. Innanzitutto
era una persona rilassante, nessuna competizione, nessun giudizio... Forse
perché era accogliente, di quelli che quando incontrano una persona che non
conoscono hanno sempre un inizio di sorriso, di benevolenza, di disponibilità
‘sulla fiducia’. Perché fondamentalmente
era di buon umore, una persona spiritosa, che sono poi i tratti salienti della
terra dove è cresciuto. Ma anche perché era curioso e coraggioso. Quanti
mollano un lavoro sicuro per fare ‘lo spettacolo’ e vanno a cercarsi il paese
più difficile per affermarsi per ricominciare praticamente da zero?
Sembra un romanzo dell’ ottocento.
Persone così soprattutto nell’ambiente
nostro della magia (io allargo a spettacolo) ne ho incontrate pochissime. Di quelle persone che subito pensi : mi
piacerebbe averlo come amico. Io la
parola ‘amico’ l’ho sempre spesa con cautela, e purtroppo non posso dire fosse
proprio un amico. Lo conoscevo troppo poco.
Eppure oggi sono venuti a trovarmi
tutti quei momenti passati con lui, ai raduni del C.M.I. al Crest Hotel dove era
di casa, le nottate passate a Genova con un mazzo di carte dopo le sue conferenze,
la prima timida lettera che gli ho scritto da studente della manipolazione.
Quella rivista Sele-Magic che era per me come un pozzo di meraviglie ! Insomma
Aldo, che per me è sempre stato e sarà Fabian, è stato il mio primo incontro
con la magia che amavo, quella delle mani e del cervello, dell’ironia e
dell’intelligenza, e posso dire senza tentennamenti che mi ha aiutato a
crescere.
E ora che non c’è più... ci sarà sempre. Forse anche più di prima.
Maurizio
Cecchini
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